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al testo di Annalisa Scialpi
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Spacco il legno, come vetro; ho schegge nei pugni che colano un sangue caldo...
Spacco il vetro che la morale imbiancò sopra gli abusi del potere.
Ho il ghigno di un demonio; signori, permettetemi di disturbare il vostro santo sonno!
Sono un mostro, sono quella che il mondo ha fatto di me, strappandomi carne dall'anima.
Non vi piace lo spettacolo?
Perdonami, mammina cara, se non ho la gonnarosatuttebalze e se sul colletto a centrino c'è muco e sangue e flemma del mio vomito sul mondo.
Sono la follia che s'incarnò nella crudeltà di chi tentò di tramutarmi in cannuccia di plastica.
C'è un cielo spettrale, dietro me, lo stesso cielo di ghiaccio contro cui, bambina, piangevo senza lacrime.
Avevo pallottole scariche nella pistola giocattolo, perchè qualcuno le aveva già usate per uccidere me.
E perdonatemi se non sono educata e sbrodolo sul vostro mondo schiavo; non ho più comprato gonnetuttebalze e orribili giacche con colletti a centrino.
Ho il dolore, ora, come amico da cui traggo una pasta nuova: Perseo.
Lo sto facendo d'etere e stelle.
Fuori dal vetro, solo il cielo infinito. |
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